Chi siamo

Claudio Rocci

Claudio Rocci

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Photographer


Nasco a Torino sotto il segno dello scorpione. La regola era di tifare per la Juve o per il Torino, e io simpatizzavo per l’Inter! Ma il calcio non mi entusiasmava, preferivo i giri in bicicletta: la curiosità è uno dei miei primi ricordi… la dissetavo andando al cinema ogni domenica pomeriggio e credo che questo sia stata la mia iniziazione alla cultura visiva.

Ci sono momenti che segnano la vita delle persone. E spesso ce ne accorgiamo molto più tardi quando, voltandoci indietro, scopriamo che quegli attimi, quelle intuizioni, quelle piccole magie hanno cambiato definitivamente il corso della nostra esistenza. A otto anni passavo i pomeriggi davanti alla vetrina del fotografo del paese dove vivevo, alle porte di Torino. Scrutavo le macchinette fotografiche, una ad una, e cercavo di capire come quegli attrezzi avessero prodotto i poster scintillanti di luce e colore appesi dentro il negozio.

Sognavo mondi lontani e un me adulto che di lavoro avrebbe fatto quello: fotografare. A volte perdevo la cognizione del tempo e mia madre veniva a recuperarmi: era abbastanza sicura di trovarmi lì, lo sguardo fisso e curioso, l’attenzione così concentrata che non avevo neanche a scuola durante le ore di matematica.

Ho cominciato allora a guardare il mondo con occhi diversi: quelli di un fotografo apprendista. Spiavo tra i cespugli immaginando che con la mia macchinetta al collo li avrei riprodotti esorcizzando le enormi paure che suscitavano in me i luoghi oscuri e fantastici. E ricordo soprattutto un granaio dove mi rifugiavo nei caldi pomeriggi estivi. Giocavo con la luce arsa e polverosa che filtrava dalle fessure del legno e accendeva di inattesi riflessi il colore dorato del grano. Quante volte ho ricreato quelle atmosfere nelle mie fotografie!
Già, perché fotografo sono diventato, poi. A vent’anni e non a otto, ma per tutta la vita, non soltanto nei sogni volubili di un bambino.

Finite le scuole, dopo molteplici esperienze, il sogno è uscito dal cassetto, prendendo forma.
Da quel momento, ha inizio un lungo periodo di apprendistato e una volta acquisita autonomia, ho intrapreso un percorso itinerante entrando in contatto con il mondo dell’interior design fino al 2005, quando, convinto di avere ancora qualcosa di nuovo da dire, ho dato vita allo Studio Rocci.
Come chiunque ho delle cose in cui mi riconosco e altre che non mi appartengono.

Non mi piacciono l’arroganza, la superficialità e l’ipocrisia; mi soddisfa invece sognare e guardare spazi liberi, contemplare la forza e la poesia della natura che rivela e nasconde i suoi segreti. Mi piace cambiare e sperimentare, e in questo non sono molto diverso dal me bambino che sognava di girare il mondo, il naso premuto sulla vetrina di un negozio. Ora io sono dall’altra parte del vetro e lo studio si trova in un meraviglioso luogo carico di storia e di storie. Dentro l’ex Canapificio, mia nuova sede a Crocetta del Montello, sento la pienezza della maturità professionale, e ancora forte il piacere di creare con la luce.

Questo edificio “magico” è un nuovo avvio grazie al quale allargare la visione professionale, favorendo nuove condivisioni e contaminazioni. Assieme a tutti coloro che sono rimasti bambini nella capacità di appassionarsi ogni giorno al loro lavoro e di emozionarsi, perché no, quando la luce accarezza in un certo modo radente le spighe di grano.

Denis Rocci

Denis Rocci

Photographer

Post Production


La passione e la ricerca nella fotografia sono stati fattori trainanti per tutta la mia formazione. Vivo la fotografia come esigenza d’espressione.
Ho studiato al Liceo Artistico di Treviso, ed è in quegli anni che cominciai una ricerca ad uno stile di fotografia personale, ricco di contaminazioni artistiche e attenzioni al dettaglio.

A 23 anni ho cominciato a lavorare presso lo studio fotografico I Fotografi S.r.l. di Pieve di Soligo.
Ho avuto la fortuna di cavalcare il passaggio tra fotografia analogica e quella digitale, ma ho avuto anche il tempo di assaporare l’alchimia della pellicola fotografica: il profumo dei chimici, i tempi dello sviluppo, la camera oscura... e tanta fotografia.

Quando arrivò sulla mia scrivania il primo Macintosh 7600 mi si aprì un mondo tutto nuovo.
Una nuova evoluzione dell’immagine fotografica si affianca alla mia fotografia: la post-produzione, con le sue infinite possibilità di manipolazione dell’immagine, con l’obbiettivo di migliorare sempre la fotografia.
Imparare ad usare il computer e capire le logiche informatiche è stata un'esigenza, perché la fotografia potesse essere libera dai limiti tecnici.

Poi arrivò lo studio del colore: volevo capire tutte le variabili che entrano in gioco, i metodi, le suddivisioni del colore, la quadricromia “ CMYK “. Il colore diventò una professione, come fotolitista o ancora prima cromista.
Cominciarono i corsi e gli incontri, sempre illuminanti, con i migliori docenti ed esperti delle teorie del colore.
Questo percorso professionale ha sempre avuto il fine di migliorare la mia professione di fotografo.
Con queste esperienze e sicurezze, a una spiccata sensibilità nel mondo dello still-life, nel 2005 cominciò con Claudio Rocci la nuova avventura dello “Studio Rocci”.
Dopo più di vent'anni, vivo le stesse emozioni e piaceri nel vedere e fare delle belle fotografie.
Come allora, anche adesso mi trovo a disegnare, pensare, creare dei progetti per poter elaborare un tipo di fotografia sempre esclusiva e ricca di sensazioni, stimolato dalle evoluzioni personali dalla famiglia, i figli, gli amici, i viaggi e dalle curiosità della vita.

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