Chi la spunta?
Come all’affacciarsi della fotografia sul panorama europeo si accese una diatriba rispetto alla pittura, così oggi vi è una sorta di rivalità – talvolta inconfessata, altre volte più esplicita e spregiudicata – tra fotografia e computer grafica. Quasi si trattasse di un match dall’esito certo, alla domanda «quale tecnica è meglio usare?», c’è chi si schiera strenuamente dalla parte della fotografia, definita “settima arte”, chi dalla parte del rendering.
L’unica certezza, lo affermiamo subito, è che non vi sia una risposta univoca.
Se è vero che le immagini prodotte, in virtù del rispetto di precisi canoni estetici di presentazione, hanno la finalità di aiutare le aziende nella comunicazione e nel posizionamento del brand, e di accompagnare e stimolare il consumatore nella scelta di un bene o di un servizio rispetto all’offerta da parte dei competitor, con altrettanta evidenza – per comprendere se sia la fotografia o il rendering a produrre il risultato migliore – dobbiamo preventivamente rispondere ad altre fondamentali domande:
1. Qual è il mio progetto?
2. Quale risultato voglio ottenere?
3. Che budget ho a disposizione?
La definizione del concept, la conoscenza profonda del contesto in cui si opera e il focus sugli obiettivi e sui mezzi sono, ancora una volta, aspetti che consentono di compiere la scelta giusta, rispetto agli strumenti da impiegare.
Fotografia e rendering, infatti, sono figli della tecnologia; entrambi sono in continua evoluzione ma non dimentichiamo che l’uso degli strumenti ha a che fare con una componente imprescindibile, quella “umana”.
Ed è proprio da qui che vogliamo partire: la componente umana.
Spesso nell’intento di essere scelti, commettiamo un errore: cercare il risultato perfetto. In comunicazione, questa ricerca può rivelarsi un boomerang. Più che un risultato perfetto, ciò che va perseguito e raggiunto è il coin-volgimento emotivo. In fotografia, la componente primaria è proprio la naturalezza del risultato, oltre che la sua veridicità. Basti pensare all’importante ruolo della luce che, se magistralmente usata, crea atmosfere avvolgenti, capaci di influire sull’esperienza di acquisto. Nel render foto-realistico, la considerazione «si può fare di tutto» rischia di trasformarsi in un’ossessiva attenzione ai dettagli e in uno “scivolone” dannoso, in termini di marketing, ossia la ricostruzione di situazioni/ ambienti del tutto improbabili, fuori contesto o, peggio, non in target con il potenziale consumatore.
Ecco, invece, che la componente umana diventa l’elemento differenziante. A ben guardare, nella fotografia la differenza da sempre è data dal fotografo, dalla sua esperienza, sensibilità e professionalità. Al di là dell’attrezzatura impiegata (la macchina fotografica, in primis), una fotografia ben riuscita è “opera” del professionista. Quell’opera deve essere in grado di instaurare un dialogo, una connessione emotiva con il fruitore che perdura nel tempo. Lo sguardo del fotografo sulle cose, la capacità di usare la luce, la scelta dell’inquadratura, l’abilità di tradurre le richieste del cliente in un’immagine emozionale, unica, originale, sono gli elementi differenzianti, insieme a quelle piccole e volute imperfezioni tipiche della ripresa fotografica.
Il render, d’altro canto, non è altro che un’attrezzatura sofisticata capace di simulare la realtà fisica. Tuttavia, al contrario della scena reale che neces-sariamente implica imperfezioni in ogni centimetro, il render è il più delle volte così perfetto da indurre il fruitore a chiedersi se l'immagine sia vera. Tale “allarme” percettivo, in termini di comunicazione, toglie autenticità al soggetto fotografato. Laddove, però, il prodotto fisico non esista (perché, per esempio, è ancora a uno stadio di prototipazione), o la location sia “irrag-giungibile” per lontananza, difficile da ricostruire in un set o non fruibile per limiti di budget – bisogna affermare che sia innegabile il vantaggio di poter riprodurre la realtà fotografica al computer.
In conclusione, quale scelta fare?
La tecnologia e gli strumenti rimangono ingredienti di un quadro molto più complesso: il valore aggiunto di ogni scelta è la visione.
Il successo di un progetto dipende da chi riesce ad andare oltre. Con la mente, prima di tutto. Individuare dove si vuole arrivare, a chi si vuol “parlare” attraverso le immagini, cosa si aspetta il fruitore e cosa lo “allarma”, quale sia l’approccio comunicativo più coerente con il brand, sono gli unici elementi che possono definire, tra fotografia e rendering, quale sia il mezzo più corretto.
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